Miracolo in Piazza 1 Maggio

RACCONTO SIMPATICO: Miracolo in Piazza 1 Maggio

Miracolo in Piazza 1 Maggio
VECCHI RICORDI RITORNANO!
Miracolo in Piazza 1 Maggio
Immagine di Glenn Carstens-Peters da Pixabay

Sono convinto che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient’altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia.
(Ágota Kristóf)

Miracolo in Piazza 1 Maggio. Un saluto a tutti. Come avete ben notato, al sottoscritto piace scrivere racconti e pertanto, mi sono divertito a scrivere anche questo racconto, che mi ha dato anche una certa emozione… Altri racconti, ancora non li metto on line ed altri, li potete trovare, cliccando questo link: ILMIOLIBRO – STORIEBREVI (kataweb.it). Ovviamente, con questo racconto, auguro a tutti voi, un Buon Natale e tanti auguri di Buone Feste, sperando di viverle nel modo migliore, ogni istante, con i nostri cari… e non solo… buona lettura e buon divertimento a tutti!!!

Miracolo in Piazza 1 Maggio.

Tanto tempo fa, un bambino di nome Mirko, era molto legato al nonno, che si chiamava Franco. La fortuna del bambino, era appunto, di avere i nonni giovani e per questo, aveva la possibilità di goderseli per lungo tempo. Spesse volte Mirko, aveva la possibilità di dormire a casa dei nonni e questo gli permetteva di goderseli a pieno e di imparare sempre cose nuove. Una sera, si fece molto tardi e il nonno stesso, portò il bambino a dormire nella sua camera da letto, che un tempo era della madre e della zia e mentre Mirko si preparava per la notte  disse a nonno Franco: Nonno, perché non mi leggi una bella storia? Il nonno, ci pensò un attimo e rispose: Ok caro nipote, farò di più, ti racconterò la storia che raccontarono a me, il mio papà, quando avevo la tua stessa età e il bambino rispose: Ok nonno, è una storia vera? Ma certo caro nipote, adesso mettiti al letto e stammi a sentire. Il bambino, senza indugiare minimamente, si mise subito sotto le coperte ed aspettò ansiosamente il racconto del nonno, che lui ammirava tanto. Il nonno allora, prese una sedia e si sedette vicino al bravissimo e bellissimo nipotino ed iniziò subito il racconto. Iniziò così: Sai caro nipote, che qui a Pescara, ci fu un vero miracolo? Accadde un fatto molto bello e nello stesso tempo, molto strano. Il bambino nel frattempo, lo guardò un po’ strano ma con molto interesse, senza dire una parola. Nonno Franco, continuò con il racconto dicendo: Ricordi bene, quando tutti insieme, ci siamo ritrovati in P.za 1 Maggio a Pescara, dove adesso è presente la Nave di Cascella, hai presente il luogo? Hai presente quella specie di costruzione vicino al mare? Il bambino ci pensò un attimo e rispose: Ma certo che ho capito, spesso ci vado a passeggiare lì intorno, anche con mamma e papà. Il nonno rispose: Allora devi sapere, che al posto della Nave di Cascella, tanti e tanti anni fa, era presente una grandissima aiuola, dove al suo interno, era presente un grosso orologio. Era la bellezza della città e tanti ci invidiavano questa bellezza che era presente nella città e proprio in questo luogo così affascinante, successe qualcosa di strano, che rimase per sempre, nei cuori di chi ha vissuto quei momento magico. Il nonno continuò il racconto. Tutto successe tanti anni fa, tra l’8 dicembre, giorno della Concezione e il 25 dicembre, il fatidico e bellissimo giorno di Natale. Per un attimo, il nonno smise il racconto e chiese a Mirko: Ma non hai sonno? Mirko rispose: No no, proprio per niente. Certamente mi addormenterò, quando finirai il tuo racconto, che mi sembra molto interessante e il nonno rispose: Ok allora, vado avanti. Tornando al nostro racconto, come già detto prima, tutto iniziò l’8 dicembre, quando tutti coloro che passavano vicino a questa aiuola, con questo orologio, che aveva verde e fiori, ovviamente i fuori erano tutti sbocciati, tutti i genitori, non si sapevano spiegare, il motivo di certi comportamenti strani dei propri figli, in quanto, i bambini che passavano li davanti, rimanevano a bocca aperta e tutti dichiaravano all’unisono: Guardate, è arrivato Babbo Natale, con tutte le sue renne. Un altro bambino: Ciao folletto, tu come ti chiami? Visto quello che stava succedendo, alcuni genitori schiaffeggiato i propri figli, chi sulla guancia e chi sul piccolo sedere, in quanto dicevano, che i figli si stavano prendendo gioco di loro e di smetterla con queste fesserie. Nel frattempo, gli stessi bambini, non riuscivano a distogliere gli occhi da quell’orologio e i genitori, tanto arrabbiati, fecero fatica a portarli via. A questo punto, il nipotino chiese al nonno: Scusa nonno, ma perché i bambini vedevano Babbo Natale e i folletti e gli adulti invece no? Bravo nipote, giusta osservazione e il nonno Franco ancora disse: Sai caro nipote, sei troppo piccolo per capire certi concetti, però devi sapere, che gli adulti, hanno smesso di sognare, di vivere giorno per giorno le loro fantasie, ecco perché non vedono quello che i bambini dicono di vedere, però adesso andiamo avanti con il racconto e Mirko rispose: Ok nonno, andiamo avanti. Il nonno allora, continuò dicendo: Caro nipote, dopo alcuni giorni, anche altri genitori portarono i figli in quel luogo, divenuto magico per tutti i bambini e ogni volta, che qualche bambino passava di lì, affermava di vedere Babbo Natale, che con i suoi aiutanti folletti, che uscivano e entravano da quell’orologio e un bambino disse: Ciao folletto, per Natale voglio una macchina telecomandata. I genitori, vicino a lui, sgranarono gli occhi e non potevano far altro che notare, la contentezza del proprio figlio, nel aver fatto richiesta a chissà chi, del suo regali e per paura di chissà cosa, portarono via subito il proprio figlio, da quel luogo così strano, per tutti i genitori. Nel frattempo, lo stesso babbo natale, decise di farsi un giro, nella stessa città di Pescara e ogni bambino che incontrava, veniva salutato in questo modo: Ciao Babbo Natale! Allo stesso tempo, Babbo Natale, era entusiasta della bella città di Pescara e decise di giorno in giorno di visitarla tutta. Un bel giorno si trovava in un supermercato ed alla cassa e avvenne un curioso fatto strano. Una bambina, aveva preso una bambola, senza farla vedere alla mamma e quando si trovavano alla cassa, la mamma vide nel carrello questa bambola e subito si arrabbiò con la propria figlia, dicendole, come si era permessa di prendere questo oggetto senza dirlo a lei. Subito gli disse: Vai a rimettere a posto questa bambola, che adesso non la possiamo acquistare. La bambina ovviamente non voleva e si mise subito a piangere e in quel frangente, intervenne Babbo Natale dicendo alla mamma: Signora mi scusi, è quasi Natale, non dovrebbe comportarsi così con la bambina e la donna, anzi mamma rispose: Lo so caro signore, ma io non credo nel Natale e se permette, neanche in Babbo Natale e  lui, rigirandosi verso la bambina, facendogli un sorriso, rispose alla mamma dicendole: Cara signora, non dovrebbe pensarla così. Rispose la donna: Mi spiace per lei, ma è così che la penso. Babbo Natale rispose: Allora cara signora facciamo in questo modo, io non ho figli né nipoti e pertanto sarei felice di regalare questa bambola a questa deliziosa bambina, va bene? La signora, seccata rispose grazie e la bambina si precipitò a baciare e ringraziare, colui che l’aveva fatta felice dicendo: Grazie Babbo Natale, ti voglio bene. Nel frattempo, la signora terminò di pagare e rigirandosi per ringraziare il vecchietto, si rese conto che non era più li e chiese alla commessa: Scusi, ma quella persona anziana, mi sa dire dove è andata? La cassiera, tranquillamente rispose: Ma di quale persona anziana sta parlando? La signora rimase senza parole e vedendo la mamma stranita, la bambina gli dice: Ma mamma, Babbo Natale è andato via! La mamma, senza rispondere nulla alla figlia  uscì con la spesa pesando: Ma sto impazzendo o cosa? Nel frattempo Mirko chiese al nonno: Sai nonno, stavo pensano, ma tu come sai tutte queste cose? Nonno Franco rispose: Il nonno è vecchio che ti credi… ma andiamo avanti con il racconto. Nel frattempo entra nonna Maria nella stanza e dice: Mirko è tardi, ancora non dormi? Mirko, senza scomporsi risponde: Cara nonna, perché non ti siedi con noi e anche tu senti il racconto del nonno? Il nonno sorrise, contento di quel nipote che aveva e la nonna, senza rispondere nulla, andò in cucina a prendere una sedia e si sedette vicino a loro, in quanto adesso, anche la nonna era curiosa di sentire quel racconto interessante, che stranamente teneva sveglio il loro nipotino. Il nonno allora disse: Adesso che ci siamo tutti, posso continuare con il racconto. Allora, dovete sapere, che ogni fiore corrispondeva ad un folletto di Babbo Natale e pertanto, tanti fiori per tanti folletti. Ogni folletto, aveva un proprio compito. Erano presenti i folletti costruttori, che non erano altro, quelli che preparavano i giochi; poi erano presenti i folletti magazzinieri, che preparavano i giochi nel magazzino; i folletti inventori, che si inventano nuovi giochi e così via… Babbo Natale ovviamente, era colui che visionava la buona riuscita di tutto quello che i folletti realizzavano. Nel frattempo, Babbo Natale, si recò nella bellissima Pineta d’Avalos, polmone importante della città, per via di tutto quel bel verde presente e mentre era seduto a guardare quei bambini giocare, alcuni di essi, notarono la sua presenza e senza nessun problema, iniziarono a chiedergli i giocattoli che volevano e ad un certo punto, erano talmente tanti i bambini, che si formò una lunga fila e uno per uno, sedendosi sulle gambe di Babbo Natale, faceva la sua richiesta, del suo giocattolo prediletto. Lo stesso Babbo Natale, pur sapendo tutti i giocattoli che preferivano quei bambini, volle comunque comunicare con loro in quel momento e così facendo, si prese tanti insulti dai propri genitori, che continuavano ad essere ciechi e non vedere la realtà dei fatti e ovviamente non era neanche un bene verso i loro stessi figli, in quanto li facevano passare per bugiardi. Visto tutto questo e sentito tante testimonianze, il Sindaco della città, senza lasciare nessuna dichiarazione, decise senza chiedere nulla a nessuno, di venire incontro a tutti i bambini della città e qualche giorno prima della notte di Natale, fece piantare un grande Albero di Natale, in quella piazza  e tramite giornali, telegiornali e tv private, decise di pubblicizzare quanto aveva deciso, invitando tutti i bambini, nessuno escluso, ad appendere le loro letterine per Babbo Natale. Diciamo che il gesto fu molto apprezzato e non solo da tutti i bambini, ma anche dagli stessi genitori, che in poco tempo, l’Albero di Natale si riempì di migliaia e migliaia di letterine, in quanto non erano solo i bambini pescaresi ad appenderli, ma addirittura ci vennero da tutta la regione, insomma, fu un fatto molto singolare. Certamente era bellissimo passeggiare vicino quell’albero così addobbato, un addobbo molto strano, senza luci né palline, ma con un significato ancora molto più importante. Appeso a quell’Albero di Natale, così bello e maestoso, erano presenti gioie e sogni di bambini, che credevano ancora nel senso del Natale, in quello che dovrebbe rappresentare per tutti gli adulti e non solo nei bambini e che purtroppo non rappresenta più. Nel frattempo, nonna Maria, aveva dei colpi di sonno, che facevano ridere il nipotino e per questo, la nonna chiese al nonno: Ma quanto manca alla fine, che si è fatto tardi? Nonno Franco rispose: Siamo quasi alla fine e continuò con il suo racconto. Allora, disse nonno Franco, venne la notte di Natale, la notte che tutti i bimbi aspettano con ansia, la notte in cui potranno entrare in possesso dei loro giochi più belli e stravaganti, dai giochi più semplici a quelli più sofisticati, insomma, non era facile neanche  scegliere il gioco giusto… solo una persona era capace di questo… Disse ancora il nonno: Come tutti sappiamo, la notte di Natale è usanza di andare alla Santa Messa, per aspettare la nascita di nostro Signore e quell’anno, ci fu la sorpresa nella città. Terminate tutte le Sante Messe, i fedeli uscirono dalla chiesa e notarono una forte luce, che proveniva da P.za 1 Maggio e per questo, tutti si diressero verso quella luce e trovarono una cosa molto interessante. Chiese il nonno: Volete sapere di cosa si tratta o continuiamo domani il racconto? Mirko subito rispose: Ma dai nonno, adesso ci vuoi lasciare sul più bello? No no ti prego, finisci il racconto! Ok rispose il nonno. Come vi dicevo, tutti accorsero verso questa luce e videro una bancarella sotto l’albero, che il Comune aveva fatto piantare per tutti i bambini e solo arrivando sul posto, tutti si accorsero, che non era una bancarella comune. Ad aspettarli nella bancarella, era presente il vecchio signore, ma questa volta vestito da Babbo Natale. Nella bancarella erano presenti tutti i giochi richiesti da quei bambini e ogni volta che un bambino prendeva il suo gioco, scompariva la letterina dal famoso albero. Purtroppo però, non era semplice ottenere il proprio gioco richiesto, perché lo stesso grande albero, riusciva a leggere il cuore di ogni adolescente, almeno così cercava di spiegare Babbo Natale a tutti e ad un certo punto, tanti bambini, sotto i sei anni riuscirono ad avere i propri giochi, mentre molti ragazzi, dai sei anni in su, non riuscivano ed a questo punto, gli stessi genitori chiesero il motivo a Babbo Natale che subito rispose: Cari genitori, il motivo è semplice, i bambini sotto i si anni, sono ancora troppo piccoli per capire alcune questioni molto importanti, mentre dai sei anni in su, insomma, qui il bambino inizia ad avere una visione diversa, come quella di iniziare a studiare e per questo, per il grande albero, anche lo studio è molto importante, oltre ovviamente il rispetto per i genitori, per la natura, insomma, il grande albero sapeva tutto di tutti. Quella sera molti ragazzi stavano rischiando di rimanere senza gioco e molte lacrime e occhi rossi si vedevano su quei fanciulli, che non avevano fatto il proprio dovere, da buon figlio. In quel preciso istante, si avvicinò una mamma con la propria bambina e visti da Babbo Natale, subito si avvicinò a loro dicendo: Ben rivista signora, sono felice di averla rivista, per l’ultima volta e la signora rispose: Perché parte? Dove deve andare, proprio la notte del Santo Natale? Rispose Babbo Natale: Ho ancora del lavoro da sbrigare! Detto questo, in un attimo scomparve la bancarella e Babbo Natale e tutte le migliaia di persone rimasero stupefatti, per quello che era successo e non era ancora finito. Ad un certo punto, il raggio di luce, si fece ancora più forte ed all’improvviso si intravede un’apertura in quell’aiula e in quel preciso istante, uscì Babbo Natale, con la su slitta, con le renne pronti per il lungo viaggio che li attendeva. Una volta in cielo, Babbo Natale, inizio a buttare regali, sopra ogni singola persona o bambino presente e solo a questo punto, anche gli adulti videro, quello che stava succedendo e stupiti si chiedevano come mai anche loro potevano vedere tutto questo. Nel ricevere quei regali, molti adulti avevano gli occhi rossi, in quanto molti di loro, non avevano mai ricevuto il gioco richiesto, quando erano bambini, chi per un problema di soldi, chi per altri problemi, per questo motivo, non avevano neanche più creduto in Babbo Natale. Lo stesso raggio di luce, formò un grosso buco nel cielo della città di Pescara, dove ne uscirono: renne, treni allestiti per l’occasione, slitte trainate da cani sulla neve, insomma, da quel buco uscivano tutte le fantasie di ognuno di quelle persone presenti in quel momento. Ogni persona vedeva, immaginava il Natale, con la propria fantasia, la propria immaginazione. Quella notte, per tutti i presenti, fu memorabile sotto tutti i punti di vista e solo Babbo Natale, con il suo modo giusto di agire e tenendo il giusto comportamento riuscì ad aprire quei cuori, abbattendo quei muri che anno dopo anno impedivano di vivere il Natale nel modo giusto. Alla fine di tutto, quando tutto quella notte terminò, scomparve anche l’albero piantato dal Comune e tutto tornò come se nulla fosse successo. Ovviamente, tutti i genitori chiesero scusa ai propri figli, per come si erano comportati e per non aver creduto in loro. Quella notte, tutti tornarono a casa e tutti si sentivano diversi, in quanto per un attimo, erano tornati bambini, erano tornati a credere nei propri sogni e per questo, credere più in se stessi e nel profondo cuore, ogni adulto presente quella notte, ringraziò Babbo Natale, per tutto quello che aveva fatto per loro. I bambini invece, non riuscivano a prendere sonno, erano ancora eccitati, per tutto quello che era successo e solo con la pazienza degli stessi genitori, dopo un po’ di tempo, riuscirono a far dormire i propri figli e di conseguenza, anche loro presero la via del letto, anche loro dovevano riposare, dopo tutto quello che avevano vissuto, si sentivano stanchi, ma soddisfatti, sicuri che il loro futuro sarebbe stato migliore. Allora disse il nonno: Vi è piaciuto il racconto? Mirko rispose: Caro nonnino, non mi è chiara una cosa, ma è un fatto accaduto veramente? Il nonno si alzò dalla sedia e diede un bacio sulla fronte al suo bel nipotino e prima di andare via, si avvicinò al suo orecchio e gli disse: Santa notte nipotino mio, non smettere mai di sognare! Di conseguenza, anche nonna Maria, diede un bacio sulla fronte del nipotino dicendogli: Adesso dormi bene ok? Buona notte Mirko! Anche se si era fatto tardissimo, i nonni andarono a dormire soddisfatti, di quella serata e di quel racconto che fecero al bravissimo e bellissimo nipotino. Adesso, tu che hai letto questo racconto, ti stai chiedendo se sia veramente accaduto vero? Ricorda sempre anche tu: NON SMETTERE MAI DI SOGNARE… buon Natale e Buone Feste a tutti!!!!

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