Scrivere, scrivere ed ancora scrivere. A me piace scrivere, perchè lo scritto rimarra per sempre, quando io passerò oltre… di Marco Ferrara
Mercato delle pulci è un mercato in cui si commerciano oggetti di poco valore e usati. Nell’uso comune, l’espressione implica in genere un’enfasi sullo scarso valore della mercanzia, che la distingue da forme più generiche come mercato o mercatino dell’usato. In genere, gli espositori non si limitano a vendere, ma possono barattare e persino comprare. Girare per le bancarelle dei mercati delle pulci in cerca di un “affare” è un passatempo piuttosto popolare nel mondo occidentale. La merce in vendita può avere qualsiasi provenienza, ma in genere si tratta di vecchio materiale svenduto (per esempio per liberare un appartamento, una soffitta e così via).
I mercati delle pulci sono spesso frequentati da collezionisti, curiosi e turisti.
Le categorie di oggetti collezionabili che si possono trovare in un mercato delle pulci variano da vecchi dischi in vinile, medaglie e altri articoli militari, vecchi numeri di giornali e riviste, fino ai Puffi e le sorprese degli ovetti Kinder. Fra gli oggetti non usati che possono trovare posto nell’ambiente informale del mercato delle pulci si possono citare i bootleg e la merce contraffatta.
Un po’ di storia. L’espressione “mercato delle pulci” deriva quasi certamente dal francese. Nella zona di Parigi si trovano tre storici marché aux puces; quello di Saint-Ouen, il Marché aux Puces de la Porte de Vanves e quello di Montreuil.
Il primo, che è a tutt’oggi il più grande del mondo, era tristemente noto proprio per le pulci che infestavano i tappeti e i capi di abbigliamento in vendita e quindi potrebbe essere all’origine dell’espressione.
Info dalla pagina it.wikipedia.org
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