“Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici…”
Vi ho chiamati Amici. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
AMICI. Non vi chiamo più servi, ma amici. E’ così che il Vangelo di oggi ci spiazza. Gesù non è venuto a far servi in tutto il mondo, ma è venuto a creare amici. Tante volte noi viviamo la nostra fede in maniera servile. Pensiamo che dobbiamo semplicemente fare quello che il Signore ci domanda, come meri esecutori. Ma Gesù non ha bisogno di esecutori, ha bisogno di collaboratori, ha bisogno di amici, ha bisogno di persone con cui condividere la storia. E noi siamo coloro che condividono la storia con Dio. Siamo “i partner” di Dio. Finché non ci riprendiamo questa amicizia con Lui rimarremo semplicemente servi, non saremo cristiani. Quindi il problema vero è passare da una condizione servile a una condizione di amicizia. Ma questo può accadere solo se lasciamo che Gesù “ci racconti” il Padre, cioè ci racconti tutto ciò che “egli ha udito”.
È soprattutto la preghiera il luogo per eccellenza dove Gesù ci racconta il Padre. Perché più di ogni altra cosa la preghiera dovrebbe essere ascolto. La Parola di Dio, il Vangelo soprattutto, sono il modo che Gesù ha di metterci al corrente “delle cose del Padre”. Dovremmo tornare a pregare con la Parola. Dovremmo ricominciare a diventare più amici che servi perché Egli cerca amici non esecutori.
“Grazie, Gesù, della tua amicizia, che io vi impari il ‘come’ dell’amore!”
Buona giornata!
Le Sorelle Clarisse (in parte)