Matteo 18,1-5.10
Sporcarsi di terra. 1 In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: “Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?”. 2 Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro 3 e disse: “In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4 Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. 5 E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. 10 Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
SPORCARSI DI TERRA
I bambini stanno sempre per terra e con la terra ci giocano. I piedi, le mani, la faccia, un po’ anche in bocca… la terra è roba loro. E viceversa. Si parte da lì, perché di quello siamo fatti.
E i grandi tutti impegnati a fargliela mollare, quella terra, ai bambini.
Bisogna alzarsi in fretta e smettere di gattonare. Passare in fretta ad altri giochi e se tocchi ancora la terra, làvati quelle mani tutte nere…
Diventar grandi per tanti è un po’ mollar la terra. Elevarsi, innalzarsi sopra il livello di tutti, che è quello della terra appunto. E se cadi? Non importa, basta rialzarsi. Subito, senza indugiare, come se nulla fosse. Guai restare a terra: è una sconfitta. Sono i vinti che stanno a terra perché chi prevale lo fa atterrando l’avversario. Su da terra, allora! Quelli che stanno in basso, come Gesù comanda, scelgono di stare per terra per vivere le cose della terra. Perché vivere il Vangelo è sporcarsi le mani di terra, delle cose della terra. Correndo il rischio di non essere sempre presentabili, di apparire inadatti ai posti d’onore. Non per un’umiltà pelosa e posticcia, ma per farsi fratello e sorella di tutti gli uomini e le donne con il volto e il cuore sporchi di terra.
“Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla Pietà celeste.”
Buona giornata!
le sorelle clarisse