Matteo 10,17-22
Primizia di persecuzione. 17 Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; 18 e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. 19 Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: 20 infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. 21 Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 22 Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
PRIMIZIA DI PERSECUZIONE
All’indomani del Natale, la memoria del primo discepolo ucciso, il diacono Stefano, ci dice che credere non è un affare da bambini. La liturgia oggi è un pugno in pieno stomaco e ci ricorda che il Natale è pieno di sangue. Perché non è accolto il Dio che viene: le tenebre lo fuggono.
Le sdolcinate musiche natalizie non cambiano la realtà: quel Dio noi non lo vogliamo! Noi vogliamo un Dio che ci risolve i problemi, non uno che ce ne crei! La luce viene nelle tenebre, ma le tenebre sono insofferenti alla luce, perché mette in risalto le ombre. Mentre in una giornata nuvolosa nessuno vede le ombre. Il martirio di Stefano ci ricorda che quel bambino che è nato suscita divisione, odio, rancore, obbliga a schierarsi: chi non è con me è contro di me.Natale non è solo quello dei pastorelli e dei buoni sentimenti, ma è soprattutto il dramma di un Dio presente, e di un uomo assente. Il dramma della fatica dell’uomo ad aprirsi, ad accogliere la novità della presenza di Dio.
“Signore Gesù, rendimi tuo testimone in mezzo alle contraddizioni di questo mondo.”
Buon Ottava di Natale!
le sorelle clarisse