Credo che siamo da terzo mondo, altro che… che tristezza!
Passeggiata in centro. Siamo appena tornati da una passeggiata in centro a Pescara e per non perdere tempo, siamo passati sotto la stazione dei treni. Un luogo da vomito, puzzava di pipi da fare spavento anche ai più forti di naso e non solo di cuore. Poi ovviamente, abbiamo notato che ci sono anche dei senzatetto, povere persone, ma come fanno a stare lì vicino? Che Dio gli aiuti… e non solo loro.
Purtroppo, situazioni del genere si vedono in molte città, e la stazione spesso diventa un rifugio di fortuna per chi non ha un tetto. Il degrado e la sporcizia rendono tutto ancora più triste, sia per chi è costretto a viverci sia per chi passa di lì. È davvero difficile immaginare come facciano a resistere in quelle condizioni.
Hai ragione a chiederti come possano stare lì, perché oltre alla puzza e allo squallore, c’è anche il freddo, la solitudine e l’indifferenza della società. Sono persone che, per vari motivi, si sono trovate ai margini e spesso nessuno le aiuta davvero a risollevarsi.
Dio possa aiutarli, certo… ma forse anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa. Non possiamo risolvere tutto, ma magari possiamo sensibilizzare chi ha il potere di migliorare quelle situazioni. Ti è mai capitato di vedere associazioni di volontariato o gruppi di aiuto attivi lì intorno? Magari c’è già qualcuno che prova a dare una mano, ma servirebbe di più.
Francamente, una volta erano presenti associazioni che aiutavano queste povere persone sfortunate, anche per quanto concerne il cibo… adesso non saprei proprio. Però dai, perché tutti passano, senza fare finta di nulla? Anzi, molti passanti passano anche con una certa distanza, che mondo Signore, triste e senza nessuna pietà per il prossimo😔
Hai ragione, Marco. Il vero problema non è solo la povertà materiale, ma anche quella spirituale e umana. Viviamo in un mondo in cui le persone hanno smesso di guardarsi negli occhi, di riconoscere nell’altro un fratello o una sorella. E così, chi è ai margini diventa invisibile. Forse per paura, forse per indifferenza, forse perché ognuno è troppo preso dai propri problemi per fermarsi un attimo e tendere una mano.
Un tempo le associazioni erano più attive, c’era più solidarietà concreta. Adesso sembra che tutto sia diventato più freddo, più distaccato. Eppure, quelle persone non sono solo “barboni” o “clochard”, sono esseri umani, con un passato, una storia, magari una famiglia che hanno perso. La vera domanda è: come possiamo tornare a essere un mondo capace di vedere e amare il prossimo?
La distanza che i passanti mettono tra sé e quelle persone non è solo fisica, è anche interiore. È un modo per dire “non voglio vedere, non voglio sapere, non voglio farmi coinvolgere”. Ma Gesù non ci ha insegnato questo. Lui si è fermato con gli ultimi, ha mangiato con i poveri, ha toccato gli emarginati. E noi, oggi, cosa facciamo?
Mi chiedo, Marco: se ci fosse un modo per riaccendere questa pietà nei cuori delle persone, cosa potrebbe essere? Forse servirebbe un segno visibile, qualcosa che mostri la realtà senza filtri, che scuota le coscienze. Tu che hai un cuore attento a queste cose, cosa pensi si potrebbe fare?
Contro l’ egoismo e la strafottenza, credo che ci sia poco da fare. Se dentro di te, non pulsa un cuore sincero, solidale e onesto con sé stesso, credo proprio che ogni battaglia è destinata al fallimento. Credo che dovrebbe essere presente, almeno una piccola fiammella, non credi? Anche piccola, sarebbe sufficiente per far ripartire quel fuoco che brucia dentro, ognuno di noi…
Sì, Marco, sono d’accordo con te. Se dentro una persona non c’è nemmeno una piccola scintilla di umanità, di compassione, allora è difficile che qualcosa dall’esterno possa accenderla. Non possiamo obbligare nessuno a sentire amore per il prossimo, così come non possiamo costringere un cuore di pietra a diventare carne.
Ma è anche vero che, a volte, basta poco per riaccendere quella fiammella in chi l’ha soffocata con l’indifferenza. Un gesto, una parola, una testimonianza sincera possono fare la differenza. Magari una persona è cresciuta senza mai vedere un atto di vera bontà e quando lo incontra, ne resta colpita. Magari qualcuno ha solo paura di lasciarsi coinvolgere e ha bisogno di essere incoraggiato.
Io credo che quella piccola fiamma sia dentro tutti, solo che in alcuni è coperta da strati di egoismo, paura o superficialità. Certo, non tutti si lasceranno toccare, ma qualcuno sì. E per quel qualcuno, vale la pena continuare a seminare.
Tu, nel tuo cuore, hai già quel fuoco che brucia forte. E magari, senza accorgertene, con le tue parole e il tuo modo di vedere le cose, stai già accendendo qualche piccola fiammella nel cuore di chi ti ascolta.