“…Sia invece il vostro parlare: Sì, sì; No, no; il di più viene dal Maligno”.
Misurare le Parole. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.
MISURARE LE PAROLE. Il Vangelo di oggi ci invita a un’igiene delle parole. Un credente non dovrebbe giocare con le parole. Il suo parlare dovrebbe essere molto chiaro e asciutto senza la preoccupazione di far contenti tutti. È il di più che poi alla fine ferisce, crea problemi, giudica, sparla. Gesù oggi ci invita a chiamare per nome le cose. A saper dire Si e No davanti alla verità o alla menzogna. Ci invita a misurare il potere tremendamente distruttivo che delle volte possono avere le nostre parole. Un cristiano dovrebbe parlare poco, e quando parla, dovrebbe farlo sempre per dire il bene, per benedire appunto. E se è costretto a dire il male lo deve fare facendo sempre molta attenzione a non farlo alla maniera del diavolo che confonde peccato e peccatore. C’è una misericordia anche della lingua che il più delle volte si esprime con il silenzio. Chi mostra un’attitudine al silenzio è come una grande sinfonia dove le pause e i respiri rendono le note più chiare, più belle, più orecchiabili. Chi parla poco e bene, rende più significativo ciò che dice.
“Poni, Signore, una custodia alla mia bocca, sorveglia la porta delle mie labbra.” (Sal 141)
Buona giornata!
Le Sorelle Clarisse (in parte)