La Pace è un sogno

La Pace è un sogno

Se anche tu credi nella pace, condividi il tuo modo di costruirla.
Un pensiero, un’esperienza, una preghiera, un gesto: ogni cosa buona è un mattone in più per costruire un mondo migliore.

La Pace è un sogno

La Pace è un Sogno che Cammina

Ci sono parole che sembrano piccole, ma hanno dentro un’eco che attraversa i secoli.
Pace è una di queste.

La pace non è solo l’assenza di guerra.
È uno sguardo gentile.
Un gesto gratuito.
Una mano tesa anche quando tutto spingerebbe a chiuderla.
È il silenzio dopo il dolore, il perdono dopo il torto, il sorriso che non si spegne anche quando tutto è buio.

Viviamo tempi difficili, in cui le notizie di conflitti, odio e violenza arrivano a ferirci ogni giorno.
Ma in mezzo a tutto questo, possiamo ancora scegliere da che parte stare:
dalla parte della vita, della tenerezza, della nonviolenza attiva, della verità che non grida, ma illumina.

Pace è sedersi accanto a chi soffre.
È accogliere lo straniero come fratello.
È difendere il bene anche quando costa.
Pace è avere il coraggio di essere umani, quando l’umanità sembra smarrita.

Scrivo queste parole non per dare lezioni, ma per ricordarle prima di tutto a me stesso.
Perché anch’io, come tutti, inciampo, mi arrabbio, sbaglio.
Ma la pace vera inizia dentro.
Dentro al cuore.

Se non faccio pace con me stesso, con le mie ferite, con il mio passato, non riuscirò a costruirla attorno a me.

E allora, anche oggi, voglio sognarla.
Sognarla con i piedi per terra.
Perché la pace non è solo una bandiera, ma è un cammino quotidiano, fatto di scelte piccole, silenziose, spesso invisibili.

Ma sono proprio quelle le scelte che cambiano il mondo.


“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.”
(Mt 5,9)


E tu, da dove cominci la tua pace?
Scrivimi nei commenti il tuo pensiero, una preghiera o una piccola storia.
La pace si costruisce insieme, parola dopo parola, cuore dopo cuore.

La Pace è un sogno

Lettera aperta al Presidente degli Stati Uniti d’America

Per un mondo che sceglie la pace

Signor Presidente,

scrivo queste righe da una piccola terra d’Italia, con l’umiltà di un cittadino qualunque ma con il cuore acceso da un desiderio che attraversa ogni confine: la pace.

Viviamo tempi in cui il mondo trema. Le guerre, le minacce, i conflitti dimenticati, le povertà che crescono…
Tutto sembra gridare vendetta.
Eppure, nel profondo, l’umanità ha ancora sete di bene, di verità, di fraternità.

Le Nazioni guardano agli Stati Uniti d’America non solo per la loro potenza, ma per la loro capacità storica di ispirare, di tracciare cammini, di tendere ponti.
Mai come oggi, il mondo ha bisogno di una guida che non imponga, ma proponga.
Che non minacci, ma ascolti.
Che non costruisca muri, ma apra strade di dialogo e collaborazione tra i popoli.

Come dice il Vangelo:
“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9).

Essere operatore di pace è la missione più alta che un uomo chiamato a governare possa assumere.
È una scelta difficile, spesso impopolare, ma necessaria.

La invito – con la voce semplice di chi crede ancora nella luce – a farsi strumento di riconciliazione, a lasciare un segno spirituale e umano che vada oltre ogni mandato.
La invito a scegliere la via della giustizia, del rispetto reciproco, del dialogo tra le culture e della difesa dei più deboli.

Pregherò per Lei, perché il Signore le doni discernimento, coraggio, e quella saggezza che viene dall’Alto e che sa guidare i grandi passi della storia.

Con stima e speranza,

Marco Ferrara
Cittadino del mondo
Italia

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