Eppure il vento

“… Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Eppure il vento

Eppure il vento. La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».

EPPURE IL VENTO SOFFIA ANCORA! Che cosa sarebbero la Chiesa, ogni credente, se ritornassero a Gerusalemme nel giorno di Pentecoste? Fuori di metafora: che cosa saremmo noi, se spalancassimo le porte chiuse per accogliere l’irruzione dello Spirito?
Non ci sono dubbi. Ci sarebbe meno stanchezza e più voglia di vivere. Meno aria di mediocre rassegnazione, ma più capacità di vedere i segni di Dio all’opera. Meno esteriorità, ma più vitalità interiore. Meno intolleranza e meno indici puntati sugli altri, ma più misericordia, perché sperimentata nel dono della riconciliazione ricevuto dal Signore il giorno di Pasqua. Insomma, senza lo Spirito, l’uomo diventa paurosamente poco umano; assolutamente impotente a ricuperare la sua immagine divina. E allora: ecco lo Spirito… Il vento della Pentecoste si insinua ovunque, non conosce ostacoli, scompiglia, solleva, trascina, sradica, spazza via. È il suo mestiere. Ma… consentiamogli di farlo fino in fondo.
Basta uno spiraglio aperto e quel “vento” entrerà per rinnovare ogni realtà, oltre le nostre speranze.

“Vieni Spirito di Dio, Tu che sei vento impetuoso, ma anche brezza leggera, vinci le mie paure e fragilità.”

Buona Pentecoste!
Le Sorelle Clarisse
(in parte)

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